misera sera
sottotitolo esplicativo: alla stazione del calvario, il treno era partito, addio piacendo
m’intestardii per tutto il giorno
ad additarti il senso
delle nuvole
(pilato, colpa e dolomitici)
ma non credemmo in me abbastanza affondo
e persi il freno
all’imbrunire, finanche il sole colò a picco
di Vallandro
ma noi c’issammo zitti sino vetta
col vento che sferzava i volti
a nuovi lidi
ed io invocai un discorso bruno
che si mostrasse a pena
tra le rocce
rimasto indietro mescolavo
il vuoto oltre il sentiero
al buio delle mani
cercando con successo di accadere
fissando il moschettone solo
con lo sguardo
freddo metallo
stallo
l’assenza dello scatto fece eco:
s’era inceppato l’indice
nell’indicibile
***
beccata
stanotte
mentre sognavi di cadere t’ho sorpresa
al volo
***
intimità con la fine
da quando
in confidenza d’esistenza
arreso l’ultimo respiro
non mi dai più del lei
(ri)vedo
la luce in fondo al tu
***
(in caso di cose da dire all’autore: malosmannaja@libero.it)