“Dei fatti maturano nell’ombra, perché mani non sorvegliate da nessun controllo tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora. I destini di un’epoca sono manipolati a seconda delle visioni ristrette, degli scopi immediati di piccoli gruppi attivi, e la massa dei cittadini ignora. Ma i fatti che hanno maturato vengono a sfociare, ma la tela tessuta nell’ombra arriva a compimento, e allora sembra che la fatalità travolga tutto e tutti, che la storia (o la crisi economica) non sia che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto, del quale rimangono vittima tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo, chi indifferente. E alcuni piagnucolano pietosamente, altri ridono beffardi, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno, o pochi, si domandano: se avessi anch’io fatto il mio dovere di uomo, se avessi cercato di far valere la mia voce, il mio parere, la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?”
(L’indifferenza, 26 agosto 1916; p. 141, Antonio Gramsci).
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