Pasolini e altre cose

A differenza di tanti inflazionati “intellettuali di sinistra”, Pier Paolo Pasolini ha saputo amare il popolo italiano. Nelle sue opere non ha mai trovato spazio il sarcasmo razzista dell’uomo colto (aristocratico o borghese) convinto di possedere una “moralità superiore”: le sue parole non riecheggiano tronfie di disprezzo verso l’italietta dei furbetti, dei sorridenti, degli idioti, dei fascisti ignoranti, degli ultimi tra gli ultimi.

Sul sito amico Neobar è scaricabile l’articolo:

Pasolini, il popolo, la democrazia, il fascismo, il capitalismo finanziario e l’Unione Europea

(in caso di cose da dire all’autore: malosmannaja@libero.it)

Prove tecniche di “socialismo” e “sovranità popolare”.

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Nel ventunesimo secolo, continuare a ragionare in termini di “destra” e di “sinistra” ostinandosi a puntellare una dicotomia ormai ridotta in macerie da terremoti politici, sociali, economici e culturali, è una forma di auto-ipnosi compassionevole.

L’ideologia liberista ha estesamente infettato e sovrascritto l’identità della sinistra storica italiana, europea e mondiale, col risultato che le menti sinistrate invece di combattere al fianco dei lavoratori e delle masse popolari, si rallegrano perché hanno una banca (come Piero Fassino) e vorrebbero togliere il voto al popolo ignorante (come Giorgio Napolitano e compagnia bella). E tale orrenda mutazione genetica non solo ha cancellato qualsiasi forma di vita intelligente da Pertini in poi, ma ha trasformato chiunque si definisca “di sinistra” in un clone benpensante pronto a inchinarsi al “giudizio dei mercati” e al monumento in onore dell’icona liberal socialista Altiero Spinelli, profeta dell’Unione Europea.

Quanta lungimiranza, come al solito, in Pier Paolo Pasolini! Basti ricordare il brano del 1975 in cui scrisse: “Io profetizzo l’epoca in cui il nuovo potere utilizzerà le vostre parole libertarie per creare un nuovo potere omologato, per creare una nuova inquisizione, per creare un nuovo conformismo. Io vi prospetto il peggiore pericolo… un nuovo regime… Tale potere si accinge di fatto ad assumere gli intellettuali come propri chierici di sinistra”

E quanta ancor maggiore lungimiranza in Sandro Pertini che nel 1949 sull’Avanti scrisse: “Ormai a tutti è noto che l’Unione Europea e gli organismi derivanti dal Piano Marshall non sono l’espressione spontanea della volontà e delle esigenze dei popoli europei, bensì sono stati artificiosamente creati con lo scopo politico di fare di un gruppo di nazioni uno schieramento in funzione antisovietica, e con lo scopo economico di fare dell’Europa occidentale un campo di sfruttamento della finanza americana.” Continua a leggere “Prove tecniche di “socialismo” e “sovranità popolare”.”

Il comizio sindacale

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Il comizio sindacale.

Napòleon salì sul palco per dare inizio al comizio sindacale.
I maiali stipati nella piccola piazza smisero subito di grufolare e un religioso silenzio avvolse l’assemblea. Il segretario generale si schiarì la voce, afferrò il microfono e prese ad arringare la folla con viva e vibrante salivazione, benedicendo il popolo animale. Parlò da vero statista: invocò l’assenza di alternative possibili, esaltò i valori progressisti e umanitari dell’accoglienza, del sacrificio e dell’amore, chiosò che mai come in quel momento era importante che i lavoratori facessero fronte comune contro i disfattisti, i complottisti e i populisti, per raccogliere la sfida diventando compiutamente cittadini del mondo.
– Il libero commercio dei beni – disse Napòleon chiudendo il comizio – è il motore che spinge la democrazia, che consente di esportarla, che cambia il modo di pensare dei governi e alimenta la fratellanza tra i popoli.
L’assemblea dei maiali si produsse in un applauso doveroso.
Non appena il fragore iniziò a scemare, un maiale basso e tozzo alzò una zampa e chiese la parola.
– Tu parli bene, Napòleon, ma noi – disse indicando la platea operaia – abbiamo molti dubbi e domande da porci. Quesiti esistenziali, del tipo: saremo esportati come maiali o come prosciutti, zamponi e cotechini?

 

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(in caso di cose da dire all’autore: malosmannaja@libero.it)